Frequentando la casa di preghiera abbiamo sentito la presenza di Gesù

Una famiglia, con un figlio con problemi relazionali, trova nella Koinonia Giovanni Battista amici, conforto e sostegno

RECANATI – Ho conosciuto Sandro e la sua famiglia più di vent’anni fa, quando l’Oasi di Recanati stava muovendo i primi passi con padre Claudio, e le preghiere si svolgevano ancora nella sala a vetri, dov’era possibile, con un solo sguardo, abbracciare tutti i presenti. Il figlio di Sandro, Valerio, era ancora un bambino; oggi invece è un giovane alto e robusto, ma che fatica a comunicare e a relazionarsi col modo esterno.
È particolarmente sensibile, al punto che le sue reazioni, a stimoli troppo forti o improvvisi, lo portano a reagire utilizzando tutta la potenza di cui è capace. A causa
di ciò, la famiglia, da quando si sono manifestati i primi sintomi della malattia, è sempre stata vicina al ragazzo.

Il papà di Valerio lavora all’ASUR di Ascoli Piceno, come addetto ai Servizi veterinari, mentre Anna, la sorella, è infermiera presso l’ospedale. La madre Giuseppina, da molti anni, anche se con fatica, collabora presso alcune famiglie ascolane nei lavori casalinghi. Ma non è tutto, Sandro, oltre al suo lavoro, si occupa con passione di un pezzo di terra, situato nelle vicinanze della sua abitazione, da cui ricava frutta e verdure fresche.

Da ogni parte del cortile di casa, ove si posi lo sguardo, si possono ammirare ovunque amene colline, coperte di alberi sempre verdi. La casa ha il privilegio di appoggiarsi sulla roccia, di cui è parte integrante. Una pietra dura come la vita di Sandro e della sua famiglia, ma che è anche emblema della solidità della loro fede e della loro speranza nel Signore che non delude. Una fede forte e genuina come la loro ospitalità, che sa accogliere in un modo tutto speciale e colmo di attenzioni. Giuseppina, poi, è una cuoca provetta e le sue ottime pietanze sono il segno della sua generosa accoglienza.

Valerio, dal canto suo, vivendo in questi spazi verdi, può trovare quella serenità che sembra cercare, in ogni momento, con i suoi grandi e mobili occhi neri. Lo sguardo vigile dei genitori lo accompagna ogni istante della giornata e la loro è una vita dedicata a questo figlio e al lavoro. Siamo amici da tanto tempo, eppure, ogni volta che vado a trovarli, con la mia famiglia, mi sento accolto come la prima volta.

Si tratta di persone generose, pronte a donarsi ad ogni richiesta di aiuto e negli impegni per l’evangelizzazione. Una famiglia fedele che, nella Koinonia, ha trovato amici, conforto e sostegno; che prega e che non ha mai smesso di sperare in un intervento di Dio, per Valerio. La loro forza e la loro fedeltà alle promesse del Signore sono di aiuto e di esempio per tutta la Comunità.

QUAL È IL PROBLEMA DI VALERIO E COME L’AVETE SCOPERTO?

«Il problema di Valerio, un giovane robusto di 29 anni, è innanzitutto di ordine relazionale, non riesce infatti a comunicare con gli altri o lo fa in modo elementare e solo se stimolato. È molto sensibile e basta poco per farlo innervosire. È sempre in movimento e quando è fermo si dondola sul posto ripetendo sempre gli stessi gesti. A volte, quando ha paura, può essere pericoloso per sé e per gli altri. Gli è stata diagnosticata la sindrome dell’autismo. All’età di otto mesi, Valerio, come tutti i bambini della sua età, cominciava ad esprimersi con le prime parole, ma dopo un ricovero in ospedale, per una polmonite, è tornato a casa diverso. Era triste e non parlava più».

COME SI VIVE CON UN FIGLIO COME VALERIO?

«Valerio non può mai essere lasciato solo, ha bisogno della continua presenza di un adulto. L’assenza prolungata di una figura di riferimento gli provoca ansia e nervosismo. È come avere un bambino piccolo che non cresce mai. Da quando è nato, non avendo, tra l’altro, parenti nelle vicinanze, non abbiamo più avuto un momento per poter stare “da soli”. È una situazione di tensione continua che condiziona e vincola soprattutto Giuseppina. Quando il ragazzo non è tranquillo la mamma teme le sue reazioni, e a volte ne porta i segni addosso. Non è certo una vita facile».

C’È UNA RELAZIONE TRA LA SITUAZIONE DI VALERIO E IL VOSTRO FAR PARTE DELLA KOINONIA?

«La situazione di Valerio ci ha spinti a cercare una soluzione al suo problema: la guarigione. Vent’anni fa abbiamo conosciuto la Koinonia e abbiamo imparato a pregare e ad avere fiducia nell’opera del Signore. Frequentando prima la Comunità e aprendo in seguito una Casa di preghiera abbiamo sperimentato l’affetto e la vicinanza dei fratelli e la presenza di Gesù vivo nella nostra vita».

AVETE RICEVUTO UN AIUTO DA PARTE DELLA KOINONIA, SE SÌ QUALE?

«Nella Koinonia ci siamo sentiti accolti, abbiamo trovato disponibilità da parte dei fratelli della nostra comunità familiare e dai nostri coordinatori, così come nei consacrati. Ci rendiamo conto, allo stesso tempo, che la gravità del problema di Valerio, a volte non rende facili i rapporti sociali. In altre parole, non è facile aiutarci. Abbiamo ricevuto e riceviamo continue offerte di aiuto soprattutto dai fratelli più vicini, ma paradossalmente ci troviamo nella difficoltà ad accogliere tali offerte, sia perché viviamo fuori città, sia per la preoccupazione verso nostro figlio che ci spinge a “fare tutto da soli”. La vita di preghiera ci offre comunque consolazione e gli incontri con la comunità ci danno coraggio e fiducia per il futuro di Valerio, anche quando noi non ci saremo più».

AVETE SVILUPPATO UN LEGAME SPECIALE CON ALTRE FAMIGLIE DELLA KOINONIA CHE VIVONO I VOSTRI STESSI PROBLEMI?

«No, nessun legame particolare. Siamo amici».

COSA VORRESTE DIRE AI FRATELLI?

«Ci piacerebbe che nei momenti di Koinonia ci fosse una maggiore attenzione verso di noi. Ci rendiamo conto che tanti anni di vita a contatto con la malattia ci hanno portato un po’ a chiuderci in noi stessi, stiamo però cercando di migliorare con l’aiuto, il consiglio fraterno e lo stimolo dei nostri coordinatori e amici della comunità familiare».

UN MESSAGGIO DI SPERANZA

Valerio con la mamma Giuseppina

«La sofferenza di questi anni non ci ha scoraggiato, la vita nel Signore e l’amicizia dei fratelli sono la linfa vitale che ci fa andare avanti nella fedeltà alla Koinonia da oltre vent’anni. C’è una fiducia piena nel progetto di Dio per la nostra famiglia. La nostra speranza in un futuro migliore per noi e per Valerio è il tesoro che abbiamo accumulato in questi anni e che non vogliamo tenere per noi, ma condividere con tutti coloro che si trovano nella nostra stessa situazione. Abbiamo fiducia che Dio provvederà ad ogni cosa».

Paolo Paolini Angelini

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”