Guai a me se non avessi dedicato
questo tempo a Dio

Testimonianza di Klára

Nel 2017 ho concluso la scuola superiore e pensavo che fosse giunto il tempo giusto per viaggiare all’estero durante il tempo delle vacanze. Ma il Signore aveva un altro piano.
Non sono stata ammessa all’università dove volevo studiare. Potevo fare un’altra scuola, ma sentivo che così non doveva essere. Decisi allora di andare dal mio pastore, p. Francesco, e chiedergli consiglio. Gli parlai del mio desiderio di andare in Africa in missione ed anche dell’università. Senza esitare mi propose di donare un anno al Signore: un tempo in Israele e poi in Africa. Accolsi la proposta con gioia, anche se nutrivo grande paura per ciò che mi aspettava.

In Israele ho vissuto un tempo molto bello e benedetto. All’inizio è stato abbastanza difficile per me, sia per la lingua che per l’orario comunitario. Alzarsi ogni giorno alle 5 e fare subito un’ora di preghiera era molto stressante per me. Pregavo quasi automaticamente, non ero tanto presente con la mente fino al giorno in cui il Signore, una mattina, mi ha riempito con un’enorme gioia. Spesso chiedevo al Signore di mettermi nel cuore la gioia, ma non sentivo niente di particolare. Quella mattina, mentre mi trovavo sul balcone con la vista sul lago di Tiberiade e stavo chiedendo il dono della gioia, sperimentai all’improvviso qualcosa di indescrivibile: sentivo nel cuore tantissima gioia e nello stesso tempo tanta pace. Mentre sorridevo iniziai a saltare come un bambino… il Signore aveva ascoltato la mia preghiera. Da quel momento non vedevo l’ora di fare la mia preghiera personale, parlavo con Dio e gli chiedevo circa il mio futuro. Gli consegnai tutta la mia vita perché lui la guidasse secondo il suo pensiero.
Visitando tutti i luoghi dove Gesù ha vissuto, ha fatto miracoli, ha predicato, dove è stato crocifisso e dove è risorto ho ricevuto una grande benedizione. Ho cominciato a rendermi conto che tutto quello che è scritto nella Bibbia è successo veramente; lo sentivo presente ed era meraviglioso.

Arrivata poi in Africa, è stata tutta un’altra cosa. La sera dopo il nostro arrivo in oasi ci diede il benvenuto una piccola bambina di nome Blessing, ci abbracciò e così le altre signore anziane. Ci salutarono come se ci conoscessimo da tanto tempo. È stato stupendo! Mi sentivo come a casa.
Tutta la gente dell’Africa per me è stata una grande testimonianza. Gioivano tantissimo anche per una caramella, un frutto o un sacco di patate. Ringraziavano, danzavano, saltavano; non ho mai visto un cosa simile in vita mia.

Mi ha toccato molto vedere una famiglia con quattro figli, il cui padre è invalido e per questo motivo non riesce a trovare lavoro. Erano così contenti della nostra visita che ci hanno regalato una borsa piena di albicocche e di mais. Sono rimasta scioccata. Loro stessi non hanno tante cose da mangiare e le regalano a noi? Che generosità! Lì mi sono resa conto quanto poco generosa io sia e quanto sia importante l’aiuto reciproco. Per questo ho deciso di adottare a distanza una delle loro figlie, il che significa che ogni anno le manderò dei soldi per la scuola e poter aiutare questa famiglia, almeno in questo modo. Quando poi ho dato i soldi per il primo anno, erano incredibilmente felici e grati e il bello era che anch’io ero felice di poterli aiutare.

Anche in Africa sentivo spesso la presenza del Signore, non solo nella mia preghiera personale, ma anche in quella comunitaria e vedevo come il Signore fa miracoli.
Se in Israele il Signore è diventato il mio Signore, in Africa è diventato il nostro Signore.
Infatti, è proprio qui in Africa che ho incontrato il mio fidanzato, Petr Hlisnikovský, un ragazzo ceco, pure lui lì in missione. Abbiamo percepito che il nostro conoscerci era stato preparato e guidato dal Signore per qualcosa di più profondo. Avevo paura di sbagliarmi e di correre troppo in fretta e così una mattina chiesi al Signore di farmi comprendere la sua volontà.
La risposta è arrivata in modo quasi inaspettato. Con Petr ci siamo messi alla presenza del Signore e abbiamo chiesto assieme la sua luce. E il Signore ha risposto confermando ciò che sentivamo nel nostro cuore. L’inno alla carità, 1Cor 13, ci confermava nell’amore reciproco.
Una volta ritornata dalla passeggiata, mi misi nuovamente all’ascolto del Signore. Volevo essere sicura, perché ciò che mi importava era fare la volontà del Signore. Aprii la Scrittura e ricevetti lo stesso brano che il Signore mi diede quando ero in Israele: “E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere” (1Pietro 3,7).
Rimasi scioccata! Risposi con il mio “sì” e cominciai a ringraziare il Signore per la bontà che aveva avuto con me.

Prima di ritornare a casa, il Signore mi ha concesso di vedere un piccolo miracolo come gesto di delicatezza nei miei confronti. Due giorni prima della mia partenza visitando un villaggio, abbiamo trovato un bambino affetto da meningite. Abbiamo cominciato subito a pregare per la sua guarigione e sentivamo che il Signore era in mezzo a noi. E il Signore, con sorpresa dei medici, ha guarito il bambino, di nome Avoando, il quale fino ad oggi, non ha mai più avuto mal di testa.

Sono molto grata per tutto quel tempo che ho dato al Signore.

È stato un tempo molto benedetto per me. Non è stato tempo perso.

Ho acquisito una bellissima relazione con Gesù ed mi sono anche resa conto di quanto sia importante dedicare del tempo alla preghiera per ringraziarlo per tutto quello che ci dona. Ma non solo, il Signore ha messo nel mio cuore il desiderio di aiutare di più la gente attorno a me, in particolare aiutare quelli più bisognosi. Mi ha mostrato quale sia la mia vocazione e mi ha riempito di tanti nuovi amici.
Riassumendo, posso dire che tutto quel tempo è stato una grande benedizione per me e sono molto grata al Signore e alla comunità di averlo potuto vivere. Non vedo l’ora di vedere tutto ciò che ha riservato ancora per la mia vita!

Guai a me se non avessi dedicato questo tempo al Signore!

Klára Hovjacká

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”