La Koinonia Giovanni Battista nasce dalla chiamata del Signore

La profezia di Camparmò

Ho sentito dire, in diverse occasioni e da differenti persone, che la Koinonia Giovanni Battista nasce da una Profezia, La Profezia di Camparmò. Non so come si sia diffusa quest’idea, ma non è così!

La comunità di Camparmò, dalla quale si sviluppa la Koinonia Giovanni Battista, nasce dalla chiamata del Signore. Una chiamata profetica originata da quella parola interiore ricevuta da Padre Ricardo nel periodo di deserto sul monte Pasubio nei due mesi di luglio e agosto del 1975: “Guarda da quella parte. Là ti darò un luogo nel quale vivrai insieme a fratelli che non sono quelli con i quali vivi adesso”. Questa chiamata che il Signore ha fatto a padre Ricardo e ai primi fratelli è all’origine della nostra comunità. Non è stato il desiderio di fare qualcosa di grande, di nuovo per il Signore.

Non è nemmeno la realizzazione di un sogno cullato da tempo di attuare una specie di ‘riforma monastica’, o l’imitazione di altre esperienze comunitarie post-conciliari. Ho ben chiaro quel giorno nel quale padre Ricardo mi disse: “Per venire a vivere a Camparmò, occorre essere chiamati dal Signore”.

Da quel giorno io chiedevo a Gesù che mi chiamasse a vivere a Camparmò, a far parte del primo nucleo comunitario, cosa che avvenne il 4 ottobre 1978. La profezia fu ricevuta dalla signora Antonietta il 25 agosto dello stesso anno e fatta pervenire a padre Ricardo che viveva da solo a Camparmò. In quel testo venivano indicati gli elementi costitutivi della nuova realtà che stava sorgendo. L’arrivo, inaspettato, singolare, della profezia fu per noi un evento di grandissima gioia che ci faceva sentire amati e voluti dal Signore in questo cammino nuovo, osteggiato, privo di sicurezze umane, radicale, pieno di fede e dedizione amorosa.

Da notare che solo nel novembre dello stesso anno iniziammo a vivere insieme presso la locanda ‘da Marco’ in località Cerbaro distante circa 8 chilometri da Camparmò.

Allora come va intesa la profezia in relazione alla nostra comunità?

Direi che essa innanzitutto conferma la Comunità come opera del Signore e ne indica la natura e lo sviluppo. Quando leggevamo la profezia, alcune cose ci erano chiare, altre rimanevano oscure. Poi, col passare del tempo, interpretando le circostanze, i fatti e lo sviluppo della Comunità alla luce della fede, quei punti oscuri diventavano sempre più chiari. Un’immagine che bene esprime ciò che è accaduto è quella dell’inaugurazione di una statua, la quale inizialmente è tutta ricoperta da un velo, così che è possibile solo intravedere, intuire la forma; poi, man mano che il velo viene tolto, emergono con evidenza le singole parti dell’opera. Lungo la nostra storia alcuni veli venivano tolti, veli su alcune espressioni che abbiamo poi inteso in modo chiaro. Ciò dava anche conferma della verità della profezia stessa.

In particolare l’espressione ‘nuova evangelizzazione’ fu compresa dopo aver conosciuto e partecipato alla scuola di evangelizzazione San Andrés di Guadalajara (Mexico) fondata da un laico, Pepe Prado Flores, nel 1990, e ‘nuova vocazione’ con il sorgere dei carismi-ministeri all’interno della Koinonia, qualche anno dopo. Anche ‘la casa di preghiera’ venne compresa sempre meglio come ‘rete di pesca’ con l’apertura alla nuova evangelizzazione. Altri elementi li vedevamo attuarsi continuamente nelle persone che venivano a pregare a Camparmò: conversione, comunione. Vivendo in quel luogo sapevamo che era ‘dimora di Dio’, lo si sentiva a fior di pelle, lo si toccava con mano, e ancora adesso chi viene a visitarci ‘sente’ la presenza del Signore.

Quindi la Profezia di Camparmò è diventata sempre di più un punto di riferimento che ci mantiene nel cammino del Signore secondo il carisma che ci ha donato. Ciò che vi è scritto rimane così attuale che produce un continuo richiamo a verificarci sulla verità della nostra vita e a camminare in avanti aperti alle indicazioni dello Spirito, affinché si possa attuare quel meraviglioso disegno di salvezza dove si trova impegnata la Koinonia Giovanni Battista. Ecco il valore e il privilegio d’aver avuto dal Signore la Sua parola profetica, una magna charta che delinea la nostra identità e missione.

Nel luogo dove prego ogni giorno, accanto alla bibbia, al libro dei salmi e a quello dei canti, vi è il testo della profezia di Camparmò. Lo sguardo si posa su quelle parole e alla luce del Signore le leggo con profonda gratitudine perché in essa ‘vi siamo scritti’ io e i miei fratelli e sorelle di comunità; dalla gratitudine sale poi l’invocazione di poter essere fedeli a Colui che, nel suo grande amore, ci ha parlato così puntualmente e va tessendo, con noi, quest’opera gloriosa che porta il nome di Koinonia Giovanni Battista.

Sandro Bocchin

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”