Nuova evangelizzazione come testimonianza della Resurrezione

Ricordo la mia prima evangelizzazione. Un giorno Alvaro mi disse: per favore potresti andare a Parma e predicare ad un incontro di evangelizzazione? Mi aveva dato fiducia, ma io non ci volevo andare. Mi ricordo che dissi al Signore: io ci vado se tu mi mandi, ma mi devi dare le parole giuste.
Sperimentai che il Signore mi dava le parole giuste. Ero tranquillo. Ci furono testimonianze di guarigione, di consolazione: la parola arrivava dritta in fondo al cuore.
La parola della Nuova Evangelizzazione arriva sempre al profondo del cuore.

Cosa vuol dire Nuova Evangelizzazione?
Nuovo è nuovo, non c’era prima, non ci sarà dopo. Nuova vuol dire originale, fresca, qualcosa che nessuno ha mai fatto prima. Nuova è questa mission impossible che solo Dio può fare.
La Nuova Evangelizzazione funziona perché il Signore è presente e si manifesta con efficacia di parola. Tutto questo proviene dalla Casa di Preghiera, come dice la profezia di Camparmò. Quindi per capire cosa sia la Nuova Evangelizzazione dobbiamo partire dalla Casa di Preghiera.
Nella profezia, il Signore dice che Camparmò sarà la sua Casa di Preghiera.

La prima volta che arrivai a Camparmò lo feci senza avvisare. Non c’era telefono, acqua, luce, gas. Arrivai come un perfetto sconosciuto, ma lo stesso mi stavano aspettando pur senza essere stati avvisati del mio arrivo. Ne fui sorpreso. Era un orario non buono per la comunità: la preghiera personale del pomeriggio, ma
lo stesso fui accolto. Era p. Ricardo. Sentii qualcosa di nuovo, un’accoglienza fortissima:

“Tutti quelli che io il Signore ti manderò, saranno da me scelti e voluti…”.

Qui sta la fecondità di Camparmò: un’accoglienza senza limiti, completamente disinteressata. Una passione per i perduti che viene da Dio. Non ero contento di quello che avevo, cercavo qualcosa di più. L’ho trovato nella Casa di Preghiera a Camparmò, dove non c’era niente, però c’era Dio; ed è più che sufficiente.
Lui è presente nella Casa di Preghiera: per questo dalla Casa di Preghiera viene la Nuova Evangelizzazione.

Nel 1983 il papa Giovanni Paolo II ha affermato che c’è bisogno di una Nuova Evangelizzazione, che sia nuova nell’ardore, nell’espressione e nei metodi.
Non nel contenuto perché il contenuto è sempre nuovo: è la stessa novità di Dio. È nuovo in sé. È Gesù stesso che ha dato la vita per i nostri peccati, è risorto per la nostra benedizione ed ora vive con noi e ci dona continuamente il suo Spirito, la vita nuova da vivere con gli amici, fratelli dello stesso Padre che ci ama.
Ho visto l’ardore di p. Ricardo quando mi accoglieva a Camparmò. Ho visto che lì c’era Dio, qualcosa di nuovo. Lì ho imparato da Padre Ricardo a non tenere più la porta chiusa.
Ho visto nei fatti una Nuova Evangelizzazione piena di ardore, di passione per i perduti, passione per salvare, per dare la salvezza, una Nuova Evangelizzazione che vuole essere testimonianza della resurrezione come dice la profezia, che poi si concretizza in molteplici espressioni.

Il metodo è semplice: un cuore aperto, braccia spalancate e una lingua che testimonia Gesù presente in mezzo a noi. È un dono che abbiamo ricevuto prima ancora che la Chiesa lo proclamasse come programma pastorale per il nuovo millennio ed è pure una responsabilità non piccola.
Il Signore Gesù ha detto “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”; poi ha dato il grande mandato: “andate in tutto il mondo” con la potenza dello Spirito Santo.
Ecco la Nuova Evangelizzazione presente nella profezia di Camparmò, come piccole scintille che hanno incendiato il mondo, pronte per incendiare ancora chiunque, dovunque e immediatamente.

Claudio Antecini

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”