Perché la Koinonia Giovanni Battista è sbarcata in Terra Santa?

Tutti in Terra Santa sono di casa!

Un’affermazione quanto mai giusta, perché Israele è la la nostra radice. Dire il contrario sarebbe andare contro la rivelazione biblica, contro la storia e al tempo stesso vanificare l’opera della redenzione. In passato tante eresie hanno sostenuto un’universalità salvifica escludendo Israele; il risultato è stato una teologia della sostituzione che non fa onore alla nostra intelligenza e che glorifica presunte superiorità settarie. Una posizione, questa, cha fa fatica a scomparire.

E noi?

Mai si pensava di stabilirsi in Terra Santa; per noi era un luogo da visitare, mèta di pellegrinaggi. Questo non perché non avessimo a cuore la terra di Gesù e dove è sorta la chiesa, ma perché ci mancava ancora la rivelazione del piano di Dio, come espresso nelle Scritture.

Con tutta onestà posso dire che non fu una nostra iniziativa, ma fu il Signore stesso che ci venne ad invitare attraverso la visita di un nostro fratello ebreo credente in Gesù, Reuven Berger.

Era il 1997. La Koinonia fu invitata ad un incontro a Gerusalemme per un evento di digiuno e preghiera per l’unità del popolo di Dio. Dopo alcune esitazioni, il nostro fratello Emanuele ci andò come nostro rappresentante. Arrivò di notte e fu ospitato nella casa dei fratelli Berger a Ein Karem, la città natale di Giovanni Battista. Al mattino per Emanuele fu un’esplosione di meraviglia: era dove è nato Giovanni Battista. Questo era però solo il benvenuto che serviva per riscaldare il cuore. Subito dopo ci fu l’incontro con i rappresentanti delle nazioni convenuti a Gerusalemme per chiedere il dono dell’unità attraverso la guarigione della ferita originaria della chiesa, madre di tutte le divisioni, tra cristiani provenienti dal giudaismo e dal mondo pagano. È qui che si sono aperti gli occhi della Koinonia: lavorare per l’unità della chiesa attraverso l’accoglienza delle nostre radici ebraiche.

Fu un’esperienza di rivelazione che ci ha contagiato. Il resto è stato uno sviluppo, che continua ancora oggi.
Noi eravamo in un periodo di prova; non era certo nelle nostre intenzioni incamminarci in una nuova esperienza. Eravamo un poco come Abramo che se ne stava all’ingresso della sua tenda senza sperare più nulla; ma tre uomini vennero a visitarlo con la promessa della nascita del figlio Isacco.
Così è stato per noi: ci ha visitati il Signore, lo abbiamo seguito; ora Israele è realmente la nostra casa dove ci si riscopre fratelli di uno stesso Padre.

“Quando i due fratelli (Israele e la chiesa) si riconosceranno e piangendo si abbracceranno, allora si riunificheranno le membra divise dell’unico Corpo del Messia e dell’unica Sposa del Signore… celebreranno e benediranno insieme Gesù, l’ultimo Davide… l’unico pastore degli uni e degli altri.” (cfr. F. Rossi de Gasperis, Cominciando da Gerusalemme, Piemme, pp. 208-209).

Ecco perché la Koinonia Giovanni Battista è nella terra di Israele.

p. Alvaro Grammatica

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”