Il Signore non si è fatto attendere…

News da Napoli

La Koinonia Giovanni Battista approda a Napoli, all’ombra del Vesuvio, nell’Ottobre del 2000

Mi chiamo Pasquale, 51 anni, sposato da 25 anni con Lucia, con la quale ho avuto 4 splendidi figli. Per circa un anno, assieme alla mia sposa, e ad una coppia di amici, abbiamo supplicato il Signore, affinché ci donasse una comunità che fosse, almeno un riflesso del modello citato da Luca negli Atti degli Apostoli, una comunità gioiosa, allegra e carismatica, e che avesse l’impronta delle comunità del Latino America (avevamo conosciuto il grande padre Emiliano Tardif e la sua comunità “ La Casa de la Anunciación”, un modello affascinante, che rispecchiava la Nuova Evangelizzazione).

Il Signore Gesù, non si è fatto attendere a lungo, nel mese di Settembre del 2000, siamo venuti in contatto con Vladko Beregi e Cinzia Fallini, due fratelli consacrati, ospiti presso una comunità di Salerno, provenienti, dalla allora sconosciuta, Koinonia Giovanni Battista, Oasi di Roma. La loro predicazione fu nuova, al centro di essa, vi era infatti, il Kerygma: l’annuncio gioioso di Gesù Cristo, morto per i nostri peccati e gloriosamente risorto, vivo e presente in mezzo a noi. La loro gioia, la spinta carismatica, l’efficacia della Parola di Dio annunciata, e i segni, che l’accompagnarono, produssero nel nostro cuore, il desiderio vivo di conoscere questa comunità.

Il 17 ottobre 2000 partecipammo ad un loro corso, nell’Oasi di Roma, “La Fede che sposta le Montagne”. Tornammo a casa con la certezza di essere stati esauditi dal Signore Gesù, quello che per noi era stato, prima di allora, solo un sogno, era divenuto realtà. Il Signore Gesù ci aveva donato quello che, per tanto tempo avevamo chiesto, “una Comunità vera, viva, gioiosa, carismatica, accogliente, dove l’amore, tra i fratelli, proclamasse lo splendore della Sua risurrezione” (Profezia di Camparmò). Dopo appena un mese, ci siamo legati fortemente alla Koinonia, al punto tale da diventarne subito membri, e il 14 febbraio 2001 inaugurammo la nostra Casa di Preghiera.

Il gioiello della Koinonia, la Casa di Preghiera, ha prodotto, in tempi molto brevi, tantissimo frutto, sette, inizialmente, le persone che vi partecipavano, divenute, poi, in poco più di due mesi, circa settanta. Le meravigliose testimonianze di conversione, di guarigione e di liberazione hanno fatto da cornice per un nuova esplosione di fede e conversione, in una realtà complessa come Napoli che da un lato, è apprezzata in ogni dove per le sue bellezze artistiche e naturalistiche, così come per l’alto profilo storico e di umanità, e per contro, caratterizzata dalla coesistenza del sacro e del profano, superstizione e magia. Le espressioni e i metodi nuovi, adottati dalla Koinonia Giovanni Battista hanno portato equilibrio e verità di fede a coloro che ne hanno fatto esperienza.

Prendendo spunto da San Paolo, in 1Cor 9,19-23: “Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto Giudeo con i Giudei, con coloro che sono sotto la legge, con coloro che non sono sotto la legge, debole con i deboli. Mi sono fatto tutto a tutti per salvare ad ogni costo qualcuno”, l’inculturizzazione, usata dalla Koinonia Giovanni Battista nell’evangelizzazione, ha, senza dubbio alcuno, contribuito a creare una Visione Cristocentrica della fede vissuta, una vera chiave di successo, mediante la quale il Vangelo, come pane di vita, apre una porta su uno scenario nuovo, così come la scrittrice partenopea Matilde Serao, descrive nelle sue Leggende Napoletane: “ Il mare dove finisce il dolore il glauco mare che prende tutte le tinte, che si adorna di tutte le bellezze”.

Oggi più che mai, e senza presunzione alcuna, voglio proclamare, per la mia amata Napoli, questi versi della Profezia di Camparmò: “ La luce illuminerà le tue tenebre, la notte sta lasciando posto al giorno e la mia gloria risplende”. La Tua Gloria, Signore, sta risplendendo su Napoli, la Koinonia sta crescendo, e si sta moltiplicando, e la nostra gratitudine, va a Te, che sei grande, e al carissimo padre Ricardo, che ci ha accolti senza guardare se avessimo le scarpe sporche. Grazie di cuore.

Pasquale e Lucia (Koinonia Giovanni Battista, Realtà di Napoli)

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”