Tutti ne parlano… Gerusalemme

“Tutti ne parlino e diano lode a lui in Gerusalemme. Gerusalemme, città santa…” (Tb 13,10)

“Tutti ne parlino”! È un passaggio biblico che si può applicare alla città di Gerusalemme.

Credo che non sia mai esistita una città che abbia raccolto tante lodi, tante attese, tanti dolori, che abbia visto tanti regni sovrapporsi, tanto sangue versato in battaglia, che sia stata oggetto di guerre, di dispute politiche, che sia stata così contesa come la città di Gerusalemme.

Gerusalemme è tutto questo. E molti parlano di lei in diversi modi; gente di diversa estrazione sociale, politica, di differenti religioni non fa altro che parlare di Gerusalemme. Tutti se la sentono propria e la vorrebbero per se stessi; tutti hanno qualche interesse per questa città.

E tutti ne parlano, a torto o a ragione; tutti pretendono di dire l’ultima parola pensando che sia quella giusta. Anche le diverse chiese prendono parte a questa disputa.

Di Gerusalemme parlano i giornali, ognuno dal suo punto di vista, riportando fatti e mistificazioni. Sembra che l’importante sia parlare di Gerusalemme. Gerusalemme fa audience. Sembra quasi che non se ne possa fare a meno. Una volta è la politica o la guerra o gli attentati o il muro o le liti tra religiosi che si contendono qualche metro quadrato o tra le tre grandi religioni presenti che cercano di avanzare in ogni angolo della città… Ogni giorno non c’è giornale o televisione che non parli di Gerusalemme. L’ultima notizia sono state le porte chiuse del Santo Sepolcro per una disputa sulle tasse.

Ma perché è così importante parlare di Gerusalemme? Perché è nostra madre. Il Salmo dice che “là tutti sono nati” (Sal 87,7).

Anche noi della Koinonia non possiamo non parlare di Gerusalemme. Anche noi pecchiamo di ingenua presunzione di avere ragione, come del resto lo credono tutti quelli che parlano di Gerusalemme; anche noi vogliamo parlare di Gerusalemme mostrando però un aspetto che forse è dai più trascurato. Vogliamo mostrare una realtà che è difficile intravedere in questo groviglio di interessi e di news contrastanti e spesso ignorata dai riflettori mediatici.

Gerusalemme è prima di tutto madre e tale rimarrà per tutti i popoli e per tutti i secoli.

Per questa ragione istintivamente si è attratti da Gerusalemme e quando uno la visita una prima volta, rimane una forte nostalgia di ritornarci al più presto.

Questa è la nostalgia della nostra madre, nostalgia di Dio che genera alla vita. Amare Gerusalemme è amare le nostre radici, è riscoprire la nostra umanità.

Parlare di Gerusalemme è parlare del destino dell’uomo, della sua grandezza e della sua fragilità, della sua chiamata a recuperare quell’innocenza perduta attraverso un cammino di riconciliazione. Gerusalemme è la nostra pace (cfr. Sal 122).

«Le sue fondamenta sono sui monti santi;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose stupende, città di Dio.
Ricorderò Raab e Babilonia
fra quelli che mi conoscono;
ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia: tutti là sono nati.
Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro è nato in essa e l’Altissimo la tiene salda».
Il Signore scriverà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti».

Salmo 87

p. Alvaro Grammatica

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”