Caro giovane, ti esorto ad essere fedele all’incontro con Gesù

Cristo è risorto!

Carissimi fratelli e sorelle giovani,

benediciamo il Signore in ogni tempo! In verità, in ogni situazione della nostra vita, in ogni tempo della nostra vita e in ogni sofferenza o gioia della nostra vita, dobbiamo secondo il Salmo benedire il Signore sempre ed esaltare il suo nome, perché nel suo amore misericordioso Lui trasforma ogni cosa che ci accade, in una grazia che ci predispone all’incontro definitivo con Lui.

“Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Custodendo le tue parole.” (Salmo 119,9).

Carissimi giovani, con questo articolo voglio dirigermi a voi, che siete il futuro dell’umanità, quindi della Chiesa, quindi della Koinonia Giovanni Battista.
Il brano citato del salmo 119 (118), ci indica il modo come deve vivere in questa terra un giovane: la sua prospettiva deve essere realizzare in pienezza la santità nella sua vita, cioè, mettendo in opera tutto ciò che lo unisce a Cristo e lasciando da parte tutto ciò che lo separa da Cristo.

Essere unito a Gesù Signore, nella teologia ascetico-mistica, si chiama “santità”. Questa santità in parecchie parti della Bibbia e in molte vite dei santi, la teologia ascetico-mistica la definisce anche “purezza”; parola non riferita in modo specifico al dominio sul sesso, ma in quanto si vive incontaminati da tutto ciò che è impuro, cioè, da tutto ciò che allontana da Dio, da Gesù Cristo, il Signore.
A Panama, papa Francesco ha detto a voi, giovani, che siete l’oggi di Dio, l’adesso di Dio. Nella misura in cui vivrete oggi la santità di vita, in questa misura sarete i santi del futuro e così renderete sante le società future, i popoli futuri, l’umanità del futuro, la Chiesa futura, la Koinonia futura.

Osservando la storia ci rendiamo conto che essa si muove, perché ci sono presenti, nello stesso momento, tre età: l’anziano, il giovane e la persona matura tra il giovane e l’anziano.

L’anziano rappresenta il muro di contenimento, la stabilità della storia;
il giovane rappresenta lo slancio verso il futuro
e l’adulto è colui che tiene legati sia l’anziano sia il giovane.

Quando in qualche misura manca una di quest’età, si verificano le situazioni di crisi, di grosse sofferenze per le società.
Il giovane deve, con un imperativo assoluto, lasciarsi penetrare fino alla profondità del suo essere dalla parola di Dio, la quale contiene le istanze fondamentali, perché si possa vivere una vita di santità coerente ai momenti diversi della storia.

Per questo, carissimo giovane della Koinonia, ti esorto ad essere fedele, anzi, voglio dire fedelissimo, al tuo incontro personale con Gesù nella preghiera giornaliera.

Incontrarti personalmente ogni giorno con Lui, significa ricevere abbondantemente la sua luce, perché Lui è luce del mondo, perché Lui è il Verbo della vita. Significa pure essere riscaldato dal fuoco del suo amore, perché Lui è il datore generoso dello Spirito Santo che è il fuoco che penetra nei nostri cuori, che riscalda i nostri cuori, che guida i nostri cuori e che realizza nei nostri cuori il disegno che Dio Padre ha su ognuno di noi, e su tutti noi insieme.

Sei in un momento privilegiato della tua vita, perché ti trovi in quell’età, nella quale sei facilmente plasmabile, come argilla nelle mani del vasaio. Quando avrai superato una certa età, cioè l’età della maturità di vita, non sarai più plasmabile con facilità, perché dovrai plasmare gli altri.

Quindi, per essere plasmato, devi avere la ferma volontà di lasciarti plasmare. Come? Mettendo la tua vita nelle mani dei tuoi fratelli maturi, dei tuoi responsabili, cioè nelle mani della tua comunità. Loro formeranno la tua intelligenza, la tua sensibilità, la tua volontà, ecc.

Mi ha molto colpito una frase trovata nella Somma di teologia di Tommaso d’Aquino, il quale dice che il segno di intelligenza superiore è la docilità, perché con essa accogliamo tutto ciò che serve per modellare la nostra personalità.

Ti esorto dunque ad essere docile all’andamento della comunità alla quale appartieni, partecipando non solo a ogni evento della comunità, ma partecipando con tutto il tuo essere, con tutte le tue forze, in modo da accogliere tutto ciò che ti viene offerto, che sicuramente sarà di valore per la ottima tua formazione, e perché tu viva in pienezza la purezza di vita, cioè la santità.

In altre parole, la docilità ti porterà a identificarti con Gesù il Signore, fino al punto che potrai dire con verità:

non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Gal 2,20b).

Alla fin fine, carissimo giovane, ciò che devi fare è lasciarti plasmare dallo Spirito, perché Lui realizzi in te Gesù il Signore e ti leghi attraverso il vincolo di perfezione, che è la carità, con gli altri giovani, con gli altri membri della tua comunità.

Carissimi giovani, desidero con tutto il mio cuore che voi vi identifichiate con Gesù il Signore, perché possiate essere membri efficaci nella Koinonia Giovanni Battista e così, essere una comunità santa nella Chiesa, per portare il Vangelo in ogni parte del mondo.

Vostro p. Ricardo

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”