Dio non dimentica ciò che hai donato

Testimonianza di un tempo donato al Signore

Vorrei condividere con voi la mia esperienza di “volontariato” che ho potuto fare per tre mesi nella comunità della Koinonia Giovanni Battista a Tiberiade, Israele. L’opportunità di offrire del tempo al Signore è coincisa nel periodo quando sentivo nel mio cuore il desiderio di approfondire la mia relazione con Gesù e stavo cercando quale fosse la mia vocazione. L’invito che mi giunse dal mio pastore, p. Francesco, lo vidi come una risposta del Signore e lo accolsi immediatamente con gratitudine.

Quindi partii per Israele per tre mesi. Era il settembre del 2018.

Durante il mio soggiorno ebbi l’occasione di conoscere da vicino la comunità interna e scoprirne la sua dimensione spirituale e pratica. Ero membro della Koinonia, ma ancora non avevo avuto la possibilità di vivere con i consacrati per un lungo periodo. Era una lacuna che ben presto avrei colmato. Ero curiosa e nello stesso tempo attratta da questo modo di vivere come in famiglia.

Vivevo con loro e vivevo come loro, partecipavo ai loro momenti di preghiera, di condivisione; ne ero affascinata e sentivo la presenza del Signore. Il mio servizio era semplice e consisteva nei lavori di casa per l’accoglienza dei pellegrini: aiutavo a preparare il catering per la colazione, il servizio alla portineria, la preparazione per la messa e così via.

Ciò che mi colpì fortemente fu l’accoglienza che mi riservarono, un’accoglienza senza riserve o previe condizioni; con me erano aperti come se ci fossimo sempre conosciuti, o meglio, come veri amici. Insieme si parlava di tutto, dalla fede ai semplici problemi della vita quotidiana, ma soprattutto sempre avevano una parola di incoraggiamento e mi sostenevano con la preghiera di intercessione.

Non voglio dire che non vi erano delle imperfezioni, ma non erano vissute con drammaticità; l’atmosfera era così positiva che anche negli errori ciò che risaltava era il dono di ognuno, la gioia di servire il Signore e l’accoglienza reciproca. Mi trovavo proprio bene e le visite ai luoghi santi non facevano che confermare questo mio sentire.

È durante questa permanenza trascorsa a Tiberiade che ho ricevuto quella luce di cui avevo bisogno e così scoprire quale fosse la mia vocazione. Sono stati proprio i miei fratelli e le mie sorelle gli strumenti del Signore. Ma la luce non è venuta immediatamente a Tiberiade durante quei tre mesi, come io mi aspettavo. Infatti capii quale fosse la mia chiamata solo una volta ritornata a casa, come mi profetizzò p. Giuseppe, pastore di Tiberiade: “Poco dopo che sarai tornata a casa, il Signore ti farà vedere quale è la tua strada. Il tempo ed il lavoro che gli hai dedicato, non sarà da Lui mai dimenticato”.

Infatti prima ancora della luce, avevo bisogno si sperimentare l’amore del Signore attraverso l’accoglienza dei miei fratelli. Era la preparazione necessaria perché io potessi accogliere il seme della mia vocazione con gioia e libertà. Non si tratta solo di capire quale strada devo percorrere, ma soprattutto si tratta di saperla accogliere con gioia e come propria, come un dono che viene dall’alto. Ora lo capisco.

Tornai a casa con la certezza che la mia vita era nelle mani del Signore. Dopo pochissimo tempo conobbi colui che sarebbe diventato il mio futuro marito. Il fidanzamento durò un anno e poi ci sposammo. Il Signore ci ha donato un bambino, Antonio, la nostra benedizione più grande.

In questo terreno ben preparato, il Signore ha fatto fiorire quella che è ora la mia famiglia, un amore nato nella comunità e grazie alla comunità, che continua ad accompagnarmi nella mia vita. In questo mese di settembre 2018 ho coronato il mio cammino koinonico emettendo gli impegni perpetui e tutta la famiglia ora è parte della Koinonia.
Ringrazio il Signore per tutta la benedizione di cui mi ha colmato, e ringrazio tutte le sorelle e tutti i fratelli della comunità per la loro amorevole accoglienza.

Una cosa è certa: quei tre mesi sono stati la mia benedizione!

Marie Kaasova

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”