Non tralasciare mai il tuo momento di preghiera

Cristo è risorto!

Carissimo, eccomi da te con questa lettera, per parlarti di uno dei temi fondamentali della vita della persona umana su questa terra; ma, in particolare, fondamentale per la nostra comunità Koinonia Giovanni Battista: la preghiera. Ti dico subito qualcosa di capitale importanza: la preghiera è il respiro della nostra vita spirituale; se manca, moriamo. Magari potessi incidere nel tuo cuore con segni indelebili l’importanza vitale che la preghiera ha per noi, membri e amici della Koinonia Giovanni Battista.

È fondamentale, perché con la preghiera le tue capacità di conoscenza sono illuminate dal “sole della giustizia”, cioè Gesù il Signore, che si è definito “luce del mondo”, pertanto non camminiamo nelle tenebre, ma nella luce.

È fondamentale, perché tutte le nostre capacità affettive sono riscaldate dal fuoco che è Gesù il Signore.

È fondamentale, perché è nella preghiera che siamo modellati dall’azione dello Spirito Santo, ospite del nostro cuore.

Bisogna dire, insieme a S. Teresa d’Avila che, perseverando nel fare giornalmente la preghiera personale, qualsiasi compromesso con il peccato viene sconfitto, superato, facendo scomparire dalla propria volontà qualsiasi tipo di peccato abitudinario.

E bisogna affermare insieme a Sant’Alfonso che: “chi prega si salva; chi non prega si danna”. Quest’affermazione vale già in questa vita, perché chi non prega non avrà la forza per fronteggiare atteggiamenti peccaminosi; in questo senso va detto che si condanna a vivere una vita di peccato, cioè lontano dalla fonte di luce, gioia e pace che è Dio.

La Koinonia Giovanni Battista è nata come comunità di preghiera e deve proseguire nella storia come una comunità di preghiera.

Cosa vuol dire “comunità di preghiera”?

Prima di tutto va affermato che si distingue da una comunità di lavoro, il cui centro è il lavoro, cioè, in pratica, il servizio ai fratelli, cosa davvero santa, perché è esercizio di carità. Comunità di preghiera significa che il centro è la preghiera, ossia che tra la preghiera e il lavoro, la priorità va data sempre alla preghiera.

Il monastero, sorto intorno al VI secolo dell’era cristiana, è una comunità di preghiera. Significa che sono stabiliti momenti di preghiera, che non si lasciano perché si deve lavorare, ma vanno fatti come va fatto il momento del pranzo, della cena, del riposo.

In una comunità di lavoro non è importante stabilire il tempo della preghiera, perché ciò che conta è il lavoro. Invece, la comunità di preghiera non tralascia mai i momenti di preghiera; e, quindi, non si lascia mai la preghiera comunitaria delle lodi, dei vespri e il tempo di preghiera personale; come, ripeto, non si lascia il momento del pranzo, della cena, del riposo. Ciò che definisce la comunità di preghiera è la preghiera intesa come atteggiamento inderogabile, irrevocabile, incancellabile, insopprimibile, perché è come l’anima che dà vita al corpo comunitario.

Questo vale in modo particolare per coloro che vivono in un’oasi. I nostri fratelli che vivono nelle proprie famiglie appartengono a una comunità di preghiera nella misura in cui, loro stessi nella propria casa, non sopprimono mai il momento di preghiera, sia personale che comunitaria tra marito e moglie, tra genitori e figli, ecc. Dico dunque a coloro che vivono in famiglia e lavorano fuori della comunità che, nella misura in cui respirano questa caratteristica dell’oasi, in quella misura vivono davvero come membri di una comunità di preghiera.

Ti invito dunque, fratello, sorella, a fare il fermissimo proposito di non tralasciare mai il tuo momento di preghiera, in modo che tu possa dirti “Koinonia Giovanni Battista”.

Tuo Fondatore, p. Ricardo

Articolo tratto dalla rivista periodica della Koinonia “il KeKaKò”